Nella terza arcata della navata di sinistra, al posto dell’altare, vi è l’affresco della Trinità di Tommaso Guidi, detto Masaccio (1425-1426).
Nel 1570 Giorgio Vasari sovrappose all'affresco un altare di pietra e la tavola della Madonna del Rosario ora esposta nella cappella Bardi, in esecuzione del testamento di Camilla di Pietro Capponi, vedova di Pietro Arrighetti.
In occasione della ristrutturazione ottocentesca della chiesa l'affresco fu ritrovato in buone condizioni, fu staccato e sistemato sulla parete interna della facciata, tra la porta centrale e quella del lato orientale. Nel 1952, quando fu restaurato l'affresco fu scoperta sotto l'intonaco la Morte (o scheletro) dipinta da MASACCIO alla base dell'affresco della Trinità, questa fu rimessa al suo posto originale. Sullo scheletro giacente corre la scritta "IO FU GIÀ' QUEL CHE VOI SETE E QUEL CHI SON VOI ANCOR SARETE". Non si tratta di un terrificante richiamo alla caducità della vita che iroppo male suonerebbe nella trionfale rappresentazione della Santissima Trinità. Sono invero le stesse parole che Cristo, già vivo sulla terra come gli uomini esiliati per il peccato di non sottomissione a Dio, rivolge al Padre in cui vive per l'eternità sottomettendosi completamente a lui, fino alla morte. E' san Giovanni che ce le riferisce (17,10-11): "Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi". Agli umani, quindi, sicuri della realtà fisica del proprio corpo, tempio dello Spirito Santo destinato alla vita eterna, la certezza dell'esistenza di Dio nella certezza della testimonianza del Risorto.
La magnifica composizione architettonica, uno dei primi e più perfetti esemplari di prospettiva rinascimentale, è ancora scuola agli artisti, come lo fu nella prima metà del '400. Nel prospetto di una cappella simile a quello di un arco trionfale classico, in alto, si vede l'Eterno Padre, sotto, lo Spirito Santo in forma di colomba, e Gesù crocifisso tra la Madonna e san Giovanni Evangelista. Ai due lati, più in basso, le figure dei committenti, marito e moglie.
MASACCIO dipinse l'affresco spostato a sinistra rispetto all'asse della parete, verso mezzogiorno, perché il punto di vista dal quale se ne sarebbe avuta una visione complessiva da lontano - il portale che abbiamo riaperto (vedi sopra) - è spostato a destra, verso settentrione, sulla parete a fronte. Entrando in chiesa da questa parte, infatti, guardando in avanti, oltre all'intera campata con l'affresco, si vede anche parte di quella precedente, verso sud, così che la Trinità viene a trovarsi al centro preciso di questo campo ottico più vasto compreso tra i pilastri che dividono la navata centrale da quella laterale. Questo non toglie, però, che la trionfale rappresentazione della Santissima Trinità presuma anche un punto di vista ravvicinato centrale, e precisamente dalle lastre tombali allineate sull'impiantito tra gli stessi pilastri.
Questa duplice possibilità di visione rafforza l'ipotesi tradizionalmente accettata dell'intervento del BRUNELLESCHI per la realizzazione dell'impianto prospettico di quest'opera straordinaria che presume proprio quegli studi specifici e quelle conoscenze che l'architetto aveva compiuto e di cui era in possesso.
Photo Credits: Antonio Quattrone