Recentissimi studi e rilevamenti hanno evidenziato il rapporto che lega la Trinità di Masaccio con il sole e il simbolismo millenario assegnato alla luce come essenza stessa di Dio e al giorno dell’equinozio di Primavera, il giorno in cui le ore di luce uguagliano quelle della notte, iniziando così il risveglio della natura. Non a caso l’equinozio è strettamente legato al calcolo della Pasqua e pertanto alla resurrezione di Cristo.
Difatti nell’occasione dell’equinozio di Primavera il sole proveniente dal secondo occhio orientale della navata maggiore illumina alla perfezione la figura di Dio Uno e Trino; osservando il cerchio di luce che intercetta la Trinità si può anche notare che questo fascio luminoso corrisponde in maniera certamente non casuale alle dimensioni della curvatura dell’arco che sovrasta la raffigurazione di Dio Uno e Trino: si può quindi pensare che Masaccio abbia dimensionato il suo affresco con la luce.
Tale effetto luminoso è stato rilevato alle ore 9.30 circa dal 25 marzo fino ai primi di aprile. Va ricordato che nel 1425-26, data della probabile realizzazione della Trinità, il calendario giuliano era sfalsato rispetto alle stagioni e pertanto l’equinozio di primavera del calendario (il 21 marzo), non coincideva con quello astronomico, che avveniva il 12-13 marzo (circa 8-9 giorni prima). Pertanto il 21 marzo di quell’epoca corrisponde al 28-29 marzo di oggi, quando avviene la centralità dell’illuminazione della Trinità.