Dal 1 Dicembre 2016 al 26 Marzo 2017, 9,00 – 19,00 ultimo ingresso ore 18,30, chiusa il mercoledì.
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A 50 anni dall’alluvione di Firenze e della Toscana del 1966, la mostra offre l’opportunità di tornare a raccontare che cosa fu quell’evento tragico, che cosa rappresentò in particolare per la città di Firenze e per il suo elemento più profondamente identitario agli occhi del mondo, il patrimonio artistico e culturale. Infatti, attraverso esempi scelti, l’esposizione è dedicata a quei beni culturali che furono vittime dell’esondazione del 3-4 novembre 1966 e degli effetti disastrosi derivati dal ritiro delle acque.
La lunga vicenda del restauro, che fece di Firenze una capitale mondiale della ricerca scientifica e tecnologica, dell’operatività e dell’insegnamento del restauro riconosciuta a livello mondiale, proietta verso il futuro della città e del territorio l’immensa acquisizione di positività originata dalla tragedia, in termini di solidarietà, resilienza, prevenzione, ricerca, creatività culturale e artistica. Restauratori italiani e stranieri misero a disposizione il loro know-how, per la prima volta in un confronto diretto proprio a Firenze. La catastrofe dette uno straordinario impulso allo sviluppo delle tecniche di restauro e alla messa a punto delle modalità di intervento, così da costruire negli anni un bagaglio permanente di sapere e di saper fare. Il moderno Opificio delle Pietre Dure (1975) con la sua Scuola di Alta Formazione, va considerato tra le acquisizioni permanenti in positivo, dopo la catastrofe.
Negli ambienti monumentali di Palazzo Medici Riccardi (dove aveva sede nel 1966 il Museo Mediceo, letteralmente annientato dall’acqua), troverà posto una selezione di opere d’arte e manufatti che unirà la qualità artistica all’interesse storico e documentario. Per rappresentare al meglio le varie tecniche e tipologie, saranno esposti dipinti su tela e tavola, sculture, libri, documenti, oggetti d’arte applicata, strumenti musicali e scientifici, accompagnati da fotografie storiche che documentano i danni e gli interventi di recupero. E saranno convocati alcuni degli “ultimi”: opere e manufatti, ancora danneggiati e talvolta persino infangati, in attesa di restauro.
Aprono la sezione dedicata ai Luoghi di Culto, Santa Croce e il complesso dell’Opera del Duomo. Fra i dipinti di Santa Croce spiccano in particolare due grandi tavole di Carlo Portelli e Giovan Battista Naldini, il cui recente restauro viene presentato in questa occasione con risultati stupefacenti, come testimoniano le fotografie scattate prima degli interventi. L’Opera del Duomo è testimoniata da tre dei raffinati 58 corali miniati. Dalla Comunità Ebraica proviene invece una raffinata selezione di diverse tipologie di oggetti liturgici, mentre altre opere, appartenenti a luoghi di culto della città e del suo territorio, portano ancora evidenti i segni impressi dal diluvio, come la pala con la Trinità di Neri di Bicci nella chiesa di San Niccolò in Oltrarno, o quella con la Madonna col Bambino e santi di Francesco Botticini (divenuta simbolo della mostra) in Sant’Andrea a San Donnino, nella zona periferica di Campi Bisenzio, dove nel ’66 l’acqua raggiunse i 6 metri di altezza.
La Carta è il settore più vasto del patrimonio culturale colpito dall’alluvione del 1966, in particolare presso la Biblioteca Nazionale Centrale, l’Archivio di Stato, allora ancora ospitato nel palazzo degli Uffizi, e presso gli archivi di privati e di enti vigilati dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana, nonché nelle biblioteche storiche come il Gabinetto Vieusseux a Palazzo Strozzi, dove il 90% del patrimonio librario storico venne sommerso nei sotterranei. Anche il settore delle Raccolte scientifiche venne duramente colpito, a cominciare dal Museo di Storia della Scienza (oggi Museo Galileo) affacciato sull’Arno.
Chiude il percorso espositivo la sezione “Ultimi”, nella quale si intende portare l’attenzione su opere, che rischiano di essere dimenticate. Ci sono dunque ancora dipinti (tavole, tele, affreschi, sinopie), sculture, arredi ecclesiastici provenienti da chiese della città e del territorio, ancora nei depositi o presso gli istituti di restauro. L’intento è quello di incoraggiare adeguati finanziamenti e interventi.
L’iniziativa del cinquantenario esprime una coralità pluralistica, poiché raccoglie le testimonianze e i materiali di numerosissime istituzioni a carattere culturale colpite (oltre 30), protagoniste poi del lungo processo di riscatto attraverso il restauro dei luoghi e dei beni.
La mostra si rivolge cittadini comuni, giovani e giovanissimi in età scolare, educatori e insegnanti, visitatori italiani e stranieri. A tale scopo sarà offerto un servizio educativo rivolto in particolare alle scuole, alle università e alle famiglie, per fare avvicinare le nuove generazioni a un evento che non hanno vissuto e trasmettere in loro il senso di appartenenza di un immenso e variegato patrimonio culturale da conoscere e difendere. Inoltre, l’evento espositivo potrà coinvolgere le categorie più vicine ai temi trattati, come restauratori, ricercatori e scienziati, antiquari, artigiani, operatori e imprenditori attivi nei settori della conservazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali. Tutti troveranno rappresentata una Firenze che non è non solo scrigno di tesori d’arte e di storia, ma è anche organismo dinamico, terreno fertile di sperimentazioni, laboratorio di idee e di innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Il Comitato scientifico raccoglie rappresentanti dei seguenti Enti:
Accademia delle Arti del Disegno
Archivio di Stato di Firenze
Archivio Storico del Comune di Firenze
Arcidiocesi di Firenze – Ufficio diocesano Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesistici
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini”
Fondazione Scienza e Tecnica
Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux
Galleria dell’Accademia
Gallerie degli Uffizi
Istituto Geografico Militare – IGM
Musei Civici, Museo di Santa Maria Novella
Musei Civici, Museo Stefano Bardini
Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Museo delle Cappelle Medicee
Museo e Fondazione Horne
Museo Galileo
Museo Nazionale del Bargello
Museo Nazionale del Bargello, Cappelle Medicee
Museo dell’Opera del Duomo
Opera del Tempio Ebraico
Opera di Santa Croce
Opera di Santa Maria del Fiore
Opera di Santa Maria Novella
Opera Medicea Laurenziana
Opificio delle Pietre Dure
Palazzo Medici Riccardi
Polo Museale della Toscana
Segretariato Regionale del MiBACT, Regione Toscana
Soprintendenza Archeologia della Toscana
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Firenze , Pistoia e Prato
Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana
Università degli Studi di Firenze